Le creazioni di Marcello Gandini

Una delle categorie più ammirate a Chantilly Arts & Elegance 2019 è stata senza dubbio quella dedicata a Marcello Gandini e le sue creaazioni. Uno dei designer italiani più abili ma anche, come tutti i geni, una persona complessa. Nasce a Torino nel 1938 comincia la sua carriera alla carrozzeria Marazzi per poi modificare progetti già esistenti come l’Abarth 750 Zagato e la Fiat 600 e nel 1961 disegna la carrozzeria completa della OSCA 1500.La competenza tecnica è stato il lato che più è emerso analizzando i lavori che Gandini ha portato a termine e che devono aver convinto Nuccio Bertone a contattarlo già nel 1963 quando era alle dipendenze della Fiat. Gandini è stato con Bertone fino al 1979 gestendo il Centro Stile dove vi lavoravano più di 50 elementi. La collaborazione con Bertone inizia con la Lamborghini Miura vettura che desta più sensazione al Salone di Torino del 1965.Lamborghini scommette sul suo successo e dal suo successo può dipendere la sorte dall’azienda.E’ anche un monito a Ferrari.Fargli sapere che anche Lamborghini costruisce supercar dalle alte prestazioni con linee moderne.E’ Dallara che progetta a livello tecnico la Miura coadiuvato dall’ingegner Stanzani.E per quanto riguarda il disegno Lamborghini cambia radicalemente.Non più la Touring ma l’atelier Bertone dove Marcello Gandini era approdato da poco tempo.Per Gandini occuparsi della Miura sarà vitale per la sua carriera.un impresa che lo farà ricordare per sempre.Riuscirà a interpretare al meglio il volere di Bertone e di Lamborghini disegnando una vettura che sarà a detta di tanti come una delle più belle supercar di sempre.Con la Miura Lamborghini entra nella storia dell’automobile.

Lamborghini Miura P400 SV

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Lamborghini-Miura-P400-SV vincitrice categoria “creazioni di Marcello Gandini”  italianedacorsa

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Carabo Bertone

Un altra fantastica quanto avveniristica vettura fu la Carabo con portiere a apertura verticale e fari anteriori a scomparsa protetti da lamelle orientabili.Il nome è derivato da un coleottero di colore verde come verde era il colore del prototipo.Bellissimo il cofano posteriore che presenta una fitta alettatatura nera sopra il lunotto.Presentata a Parigi nel 1968 alta neanche un metro per l’esattezza 99 cm.La coda è alta in rapporto all’altezza totale della vettura e tronca.Un cuneo che ancora oggi rimane un capolavoro costruito in un solo esemplare che anticipò le linee della Lamborghini Countach.

 

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BMW Garmisch

La Garmisch condizionò pesantemente lo stile delle BMW successive, rivoluzionando gli stilemi tondeggianti che avevano caratterizzato le vetture bavaresi fino a quel momento, influenzando pesantemente la linea della prima generazione della Serie 5 del 1972 (disegnata dallo stesso Gandini) e la prima generazione della Serie 3 del 1975. Dopo circa cinquant’anni dalla sua realizzazione, la BMW decise di ricrearne un’altra il più fedele possibile all’originale. Così a gennaio 2019 contattò Gandini e attraverso delle fotografie d’epoca, i ricordi dello stesso designer e una ricostruzione in computer grafica (senza i progetti e i disegni originali che andarono anche loro persi) e con la collaborazione di un carrozziere torinese, venne fabbricato un secondo esemplare della Garmish utilizzando come base una vecchia 2002 Tii. Il prototipo perfettamente marciante e con la carrozzeria realizzata battendo i pannelli in lamiera a mano come l’originale, venne presentato in anteprima mondiale al Concorso d’eleganza Villa d’Este nel maggio 2019, per poi essere trasferita e custodita all’interno del museo BMW.Successivamente farà bella mostra a se anche al Concorso di Eleganza di Chantilly del 2019

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Citroen GS Camargue

Citroen GS Camargue

È stata presentata per la prima volta al Salone dell’automobile di Ginevra nel 1972 e a quello di Londra nello stesso anno.È stata la prima Citroën realizzata in collaborazione con Bertone. Il disegno è stato firmato da Marcello Gandini e alcuni dei suoi tratti stilistici verranno poi riportati sulla successiva Citroën BX. La vettura è una coupé a due porte in configurazione 2+2. Mantenendo la lunghezza invariata, è più larga di 6 cm e più bassa di 2 cm rispetto alla GS di serie.

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Lamborghini Countach

La Countach è una vettura sportiva ideata dalla Bertone e poi prodotta dalla Lamborghini. Progettata da Paolo Stanzani,la Countach è un’auto che ha fatto storia. Il prototipo venne presentato nel 1971 e la produzione della vettura terminò nel 1990, quando dopo quasi 20 anni di produzione lasciò il posto alla Diablo. Questa vettura fece conoscere a tutto il mondo la carrozzeria con lo stile a cuneo. A differenza di molti altri modelli della casa, il nome Countach non deriva dalla tauromachia ma da contacc!, un’espressione piemontese che, come riferito dallo stesso Gandini, fu esclamata da un profilista che lavorava alla Bertone la prima volta che vide l’auto. Tale parola è traducibile letteralmente in contagio,ma viene utilizzata per esprimere stupore e meraviglia

Italianedacorsa-Chantilly-Arts-&-Elegance-2019-Maserati-Khamsin
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Maserati Khamsin

Ultima Maserati progettata sotto la supervisione dell’ingegner Giulio Alfieri la Khamsin, designata internamente come Tipo AM120, è una coupé 2+2 lussuosamente rifinita.Debuttò come prototipo (col marchio Bertone) nell’autunno del 1972 al Salone dell’Automobile di Torino. Nel marzo dell’anno successivo, al Salone dell’Automobile di Ginevra, furono tolti i veli al modello di serie. Il caratteristico nome deriva da quello dell’omonimo vento caldo del deserto egiziano.

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Ferrari GT 308 Rainbow

Per riproporre al pubblico del Salone di Torino 1976 un tema particolarmente sentito dal nostro carrozziere, il coupé trasformabile in spider, Bertone scelse l’autotelaio a traliccio tubolare della Ferrari Dino 308 GT4. La carrozzeria di questo 2+2 a motore centrale trasversale (8 cilindri a V, 3 litri, 255 CV)  veniva
prodotta dalla Scaglietti di Modena su disegno Bertone. l passo dell’autotelaio d’origine era stato accorciato di 10 cm.,portandolo da 255 a 245 cm.la misura
costante delle due carreggiate – 1465 mm – era rimasta invariata per l’anteriore mentre quella posteriore era più larga di 7 cm. Rispetto alla Dino di produzione, la Bertone «Rainbow» (evidente già nel nome il riferimento al passaggio dalla pioggia al sole) manteneva praticamente la stessa lunghezza di 432 cm. mentre con 186 e 105 cm. era rispettivamente più larga di 6 e più bassa di ben 16 cm.
A prescindere dalla validità della proposta stilistica, l’interesse tecnico in un modello di carrozzeria destinato ovviamente a restare esemplare unico risiedeva nel dispositivo brevettato che la trasformava da aperta a chiusa e viceversa. Il tetto metallico scompariva interamente ribaltandosi dietro i sedili grazie ad un semplice ma ingegnoso congegno meccanico: per evitare infatti inutili ingombri e noiose complicazioni, non si era ricorsi volutamente ad alcun servocomando.
La trasformazione da coupé a spider e viceversa si effettuava standosene comodamente seduti, senza sforzo particolare e nel modo più rapido.

 

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Lamborghini Espada

La sua carriera durò dieci anni, dal 1968 al 1978, infatti fu la Lamborghini più venduta di sempre prima della Countach, con 1.226 esemplari, rappresentando il modello più redditizio per i bilanci del costruttore emiliano la cui proprietà nel 1972 passerà da Ferruccio Lamborghini allo svizzero Georges-Henri Rossetti. Nell’ultimo anno di produzione della Espada, la casa italiana entrerà in amministrazione controllata prima di essere salvata da Patrick Mimran.Il nome viene dal termine spagnolo “espada” che indica l’unico torero che, nella corrida, sia armato della spada.

 

 

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Alfa-Romeo-Montreal-BERTONE

Alfa Romeo Montreal

Nel 1967, anno in cui cadeva il centenario della Federazione Canadese, tutte le nazioni del mondo parteciparono all’Esposizione Universale di Montréal presentando le migliori realizzazioni nei vari campi della scienza e della tecnica. L’anno prima gli organizzatori della kermesse canadese avevano scelto l’Alfa Romeo per creare un modello di autovettura che potesse rappresentare la “massima aspirazione raggiungibile dall’uomo in fatto di automobili”, in modo da esporlo quale simbolo tecnologico dell’Expo.Al fine di portare a termine un tale compito, il presidente Giuseppe Luraghi incaricò l’uffico tecnico, guidato da Orazio Satta Puliga e Giuseppe Busso, per la realizzazione dell’autotelaio e affidò alla Bertone lo studio della carrozzeria e degli interni. Secondo le disposizioni impartite da Luraghi, il prototipo doveva essere in grado di accogliere sia il propulsore quadricilindrico in linea della “Giulia”, sia il due litri V8 della “Tipo 33”, all’epoca in fase di sperimentazione.

Bugatti EB110
Bugatti EB110

Bugatti EB 110

La EB 110 è mossa da un 12 cilindri a V di 60º, con monoblocco in lega di alluminio e magnesio, testate in alluminio e titanio, sistemato in posizione posteriore centrale longitudinale. Tale propulsore è dotato di lubrificazione a carter secco, distribuzione a due alberi a camme in testa per bancata, con 5 valvole per cilindro, la cilindrata è di 3.500 cm³, alesaggio 81,0 mm e corsa 56,6 mm. L’alimentazione ha una inconsueta particolarità, infatti è affidata ad un sistema di sovralimentazione, consistente in 4 turbocompressori IHI. A seconda delle versioni eroga una potenza di 560 CV a 8.000 giri/min o 610 CV a 8.250 giri/min. È dotata di 2 serbatoi per il combustibile, per una capacità totale di benzina di 120 litri.Il capo progettista di questa Gran Turismo fu l’ingegnere Paolo Stanzani, già direttore tecnico della Lamborghini e padre della Countach. In seguito a differenze di vedute tra Stanzani e Artioli, quest’ultimo affidò la direzione tecnica a Nicola Materazzi, già ingegnere di Lancia Stratos e Ferrari F40, e Pavel Rajmis di Audi Quattro, mentre Stanzani nel 1990 lasciò l’azienda.

Autobianchi-A112-Runabout
Autobianchi-A112-Runabout

Autobianchi A112 Runabout

La vettura, dotata del propulsore della Fiat 128, era caratterizzata da una base telaistica dell’Autobianchi A112 ma a differenza di questa aveva motore e cambio centrali similmente alla Lamborghini Miura che era stata concepita pochi anni prima dallo stesso Gandini. Il disegno dalla forma a cuneo prendeva spunto anche dalle imbarcazioni da competizione del periodo con l’assenza del parabrezza canonico, ridotto ad una palpebra pressoché invisibile, cosa che fa risaltare la presenza del grande roll-bar. Anche i fari erano originali per forma e collocazione, montati ai lati del roll-bar stesso, posteriormente al posto di guida.Altri riferimenti presi direttamente dalla nautica erano la plancia e i pannelli delle porte, in materiali morbidi e rivestiti in pelle. Il prototipo è stato il precursore della Fiat X1/9 presentato un paio di anni dopo, ma altri riferimenti si troveranno anche nella successiva Lancia Stratos

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